PROPORTIO. Palazzo Fortuny. 9 maggio-22novembre
Biennale d'Arte di Venezia 2015: All The World’s Futures.
Nel piano terra del Palazzo Fortuny, una luce tenue nasconde cinque padiglioni di legno, canapa e calce che contengono il vuoto nel buio e il silenzio. Materiali poveri e naturali che ci riportano all’origine e alla semplicità dell’essere.
I padiglioni di PROPORTIO sono stati concepiti da Tatsuro Miki e Axel Vervoordt per accogliere i visitatori all’interno di una serie di volumi costruiti secondo proporzioni classiche e matematiche: specifiche misurazioni (la radice quadrata di due, il quadrato, la sezione aurea, la radice quadrata di cinque e la radice quadrata di tre) che rendono le proporzioni percepibili.
Pianta della disposizione dei padiglioni di PROPORTIO situati nel piano terra del Palazzo Fortuny.
Nella solitudine del vuoto di ogni ambiente ci si può percepire una particolare energia. Come se ogni spazio fosse una cassa di risonanza di uno strumento musicale, nei padiglioni di PROPORTIO si possono percepire gli effetti delle diverse proporzioni degli spazi costruiti.
Esperienze sensoriali ce ne saranno tante quante visitatori, ma il fatto ogettivo è che cambieranno anche da un ambiente all’altro.
Per approfondire sulle misurazioni scelte per la costruzione dei padiglioni possiamo dare un’occhiatta al libro di Robert Lawlor citato nella mostra, Sacred Geometry.Lawlor parla dell’inizio della creazione descrivendo geometricamente come l’unità diventa multiciplità e diversità partendo dal quadrato che rappresenta l’unità materiale e comprensibile fino alla sezione aurea, che sarebbe una sintensi delle radici di 2, 3 e 5, queste últime considerate come principi dinamici attraverso dei quali le forme appaiono e si transformano in altre.
Dopo questa esperienza sensoriale nella Sala Gondola del Palazzo Fortuny, le parole di Vitruvio nel suo saggio De Architectura prendono tutto un’altro valore al di là dell'esperienza estetica.
“Nulla di maggior attenzione deve essere per un architetto che gli edifici abbiano nelle proporzioni di ogni parte dei calcoli esatti”.
Text en català
A la planta baixa del Palau Fortuny, una llum tènue amaga cinc pavellons de fusta, cànem i calç que contenen el buit en la foscor i el silenci. Materials pobres i naturals que ens transporten a l’origen i la simplicitat de l’ésser.
Els pavellons de PROPORTIO han estat concebuts per Tatsuro Miki i Axel Vervoordt per acollir els visitants a l’interior d’una sèrie de volums construits segons proporcions clàssiques i matemàtiques: mesures específiques (l’arrel quadrada de dos, el quadrat, la secció àurea, l’arrel quadrada de cinc i l’arrel quadrada de tres) que ens fan perceptibles les proporcions.
Planta de la disposició dels pavellons de PROPORTIO situats a la planta baixa del Palau Fortuny.
En la soletat del buit de cada ambient s’hi pot percebre una energia particular. Com si cada espai fos una caixa de ressonància d’un instrument musical, en els pavellons de PROPORTIO es poden percebre els efectes de les diverses proporcions dels espais construits.
Experiències sensorials n’hi haurà tantes quantes visitants, però el fet objectiu és que aquestes sensacions també canviaran d’un ambient a l’altre.
Per aprofundir en les mesures que s’han triat per a la construcció dels pavellons podem donar una ullada al llibre de Robert Lawlor citat a l’exposició, Sacred Geometry.
Lawlor parla de l'inici de la creació descrivint geomètricament com l'unitat es fa multiplicitat i diversitat partint del quadrat que representa l'unitat material i comprensible a la secció àurea, que seria la síntesi de les arrels de 2, 3 i 5, aquestes últimes considerades com a principis dinàmics a través dels quals les formes apareixen i es transformen en d'altres.
Després d’aquesta experiència sensorial a la Sala Gondola del Palau Fortuny, les paraules de Vitruvi en el seu assaig De Architectura agafen tot un altre valor més enllà de l’experiència estètica.
“Res de més important hi ha d’haver per un arquitecte que les proporcions de cada part d’un edifici responguin a càlculs exactes”.
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